
La città di Sassello
Un visitatore che si rechi a Sassello o che solamente osservi una cartina stradale si accorgerà immediatamente che questa cittadina non si trova in provincia di Alessandria, ma in quella di Savona. La nostra scelta di offrirvi un breve scorcio su Sassello deriva in parte dai legami economici che la città ha con Acqui Terme e con la Valle Erro ed in parte con la bellezza che questo luogo suscita a chi, provenendo dalla città della Bollente, decide di ripercorrere a ritroso lo scorrere del torrente.
Situata interamente nell’entroterra appenninico, alle spalle di Genova, Arenzano, Cogoleto e Varazze, Sassello si trova sul digradare che procede dai passi del Faiallo e del Giovo e dal culmine del Beigua (m. 1280), giù verso la pianura, tramite la Valle Erro.
Storia di Sassello
La storia della città la avvicina ad Alessandria: antico insediamento ligure, la cavalcata di Aleramo la condusse sotto il dominio dei monferrini finché, nel 1293, diventò un feudo dei Doria seguendone le alterne sorti di lotta e di ricchezza. Man mano, l’abitato scese dal castello all’attuale posizione per sfruttare le opportunità commerciali del luogo, posizione che d’altro canto la mise sempre al centro dei conflitti tra Savoiardi e Genovesi: nel 1672, con l’occupazione di Carlo Emanuele II, restò in piedi una sola casa.
Le alterne vicende di paci e di guerre fra liguri e piemontesi terminarono nel 1797 quando, sotto il vento della Rivoluzione francese e delle successive guerre napoleoniche, cessò la gloriosa Repubblica di Genova il cui territorio nel 1814 venne annesso prima al Regno Sabaudo e, successivamente, all’Italia.
Sassello oggi ben rappresenta infatti la bellezza dell’entroterra ligure, con i suoi colori, con le sue immagini di vegetazione selvaggia e di borghi accoglienti e pittoreschi, con i suoi sapori di gusti antichi e mai dimenticati. Con l’incantevole piazzetta, con le vie strette ed i colori stinti delle case. La provincia di Alessandria possiede infatti proprio questo dono, di essere terra di incontro fra elementi piemontesi, lombardi, liguri ed emiliani, fusi in un unicum incantevole e sempre vario.
Ad una visione più complessiva, la Valle Erro è un insieme a volte selvaggio ed a volte delicato di elementi che, come in un labirinto, ci portano a scoprire lo scorrere agile del torrente ed infiniti boschi di castagni, tra strade e saliscendi dove ormai la collina cede il passo all’Appennino. Non si tratta in ogni caso solo di natura. Il castello più antico, detto della Bastia Soprana, è degli inizi del Trecento e la ubicazione dei suoi ruderi, in una valle angusta, su uno sperone scosceso, alla confluenza dei torrenti Sasselletto e Sbruggia, lo rendono ancora più suggestivo ed affascinante. Sull’altura che domina da nord-ovest l’attuale abitato giacciono invece i resti della Bastia Sottana, antico maniero distrutto dalle mine dei Savoiardi.
Da ammirare sono poi il Castello di Melazzo, la torre di Castelletto d’Erro ed i vecchi borghi, Montechiaro, Cartosio e i dintorni di Sassello, Palo, Urbe, il Monte Beigua da cui si gode un panorama ineguagliabile: dalla costa ligure, proprio a precipizio, a tutto l’Appennino digradante verso la Pianura Padana fino alle Alpi, che, bianche di neve, recitano la parte di sottofondo di questa melodia di Liguria.
Da non perdere, dopo una gita in Valle Erro ed a Sassello, gli amaretti ed i liquori tipici, di grande pregio e fattura.