alla scoperta del basso monferrato

Il Basso Monferrato

Il Basso Monferrato, nome con cui curiosamente è definito il territorio circostante Casale, pur a settentrione rispetto all’Alto Monferrato acquese ed ovadese, è certamente molto di più, ma a noi piace pensarlo come “la terra dei colori”. I colori autunnali e vermigli dei vigneti, ma anche il verde dei boschi di castagni e di roveri che si inerpicano sulle sue dolci colline. È la terra dove il brulicare della gente nei borghi fa da contraltare alle solitudini di valli spesso remote, cosparse solo di radi cascinali, che non attendono altro, per tutto il corso dell’anno, che il tempo della vendemmia.

Ogni colle una vigna, un castello, una torre: è la terra dove la storia permane, spesso inalterata, a ricordarci i suoi trascorsi ed a consegnarci le sue vestigia, siano esse severi manieri medievali o mistiche abbazie, cappelle, chiese. Se si alza un po’ lo sguardo, si vede poi il cielo terso, sfondo di purezza alle montagne innevate che di qui appaiono, in certe giornate, come se si potessero sfiorare con un dito.

È un territorio che sta, forse solo oggi, riscoprendo il suo valore: molteplici sono attualmente le iniziative per promuovere e valorizzare le sue proposte turistiche e culturali e la sua produzione vitivinicola ed enogastronomica. In questo senso il merito va alle genti monferrine ed all’impegno degli enti locali.

Abitato fin dai tempi dei Romani con l’insediamento dell’antica Vardacate, identificata oggi con Casale, il Monferrato accolse in seguito i Longobardi (a cui risalgono i tanti toponimi in – engo) e persino i Saraceni (Giarole si dice essere un antico porto arabo).

È però intorno al Mille, al termine delle invasioni, che questa zona comincia la sua tradizione di indipendenza. La leggendaria cavalcata di Aleramo, che con il suo incedere cinse i confini del marchesato di fronte all’imperatore, dà inizio alla sua dinastia che consolida la forza dello Stato e crea quella vita di corte che Carducci celebrò come “il Parnaso d’Italia”. Suoi discendenti furono Guglielmo IV, Guglielmo VI, Corrado (eletto anche “Re di Gerusalemme” per merito delle Crociate), Raineri e Bonifacio. Di questa stirpe è simbolo la tomba del suo fondatore, di Aleramo, nella navata destra dell’abbazia di Grazzano Badoglio.

Agli Aleramici seguirono i Paleologi, quindi i mantovani Gonzaga e, dopo dispute ed assedi di gusto manzoniano, il Monferrato giunse finalmente ai Savoia e, da loro, all’Italia.

Presentare il Monferrato non è cosa semplice: è nella bellezza del suo insieme, nell’armonia delle sue colline che sta infatti il suo fascino. Gli itinerari che vi presentiamo sono quindi dei meri consigli, che suggeriamo, se potete, di abbandonare appena possibile, per perdervi, anche senza una meta, attraverso i colori del Monferrato.

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