itinerari tortesi

Percorsi e itinerari tortoni

Tortona è un buon punto di partenza per esplorare la provincia di Allesandria e parte della regione Piemonte. Ecco una seire di itinerari tortoni che si possono percorrere.

Val Curone

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Paesaggio della Val Curone

La Val Curone ci fa abbandonare Tortona e la pianura e ci conduce, lungo un percorso piuttosto sinuoso, a risalire il fresco scorrere del torrente Curone, tra dolci colline e frutteti lussureggianti, verso le più alte cime della provincia, il Giarolo, l’Ebro ed il Chiappo. Cime che si impongono su boschi di roveri e di castagni, abbarbicati su pendii sorprendentemente scoscesi e che permettono, dai loro sentieri alpestri, di godere di una vista sublime, facendoci spaziare verso le quattro regioni che qui giungono quasi a toccarsi: il Piemonte, la Lombardia, l’Emilia e la Liguria. Ai loro piedi la località turistica di Caldirola (fino a pochi anni fa gli impianti sciistici erano attivi per tutto il periodo invernale) e le frazioni di Bruggi, Salogni, Forotondo e Selvapiana. Da non dimenticare è poi tutta la bassa Val Curone, da Fabbrica a S. Sebastiano a Volpedo.

Un territorio la cui distanza relativa dalle vie di comunicazione più battute ha consentito, nel corso dei secoli, di godere delle migliori condizioni per sviluppare un’agricoltura ricca e fiorente che ha nella frutticoltura, nell’allevamento e nella viticoltura i suoi tratti più peculiari ed interessanti. Sono infatti rinomati, e parte della bellezza del territorio, le pesche, le uve da tavola, le susine, le ciliegie e le fragole, così come i pascoli di alta quota e la produzione del dolcissimo miele. Rivaleggiano poi con il vicino Astigiano i tartufi, bianchi e neri, ed i vini, il cortese ed il barbera soprattutto.

Non che manchino i resti dei trascorsi feudali, certo, anzi, ve ne sono ed in abbondanza, ricchi di tradizioni e di leggende. Tra quelli meglio conservati si hanno i castelli di Brignano (con la classica struttura a fortilizio con merli e ponte levatoio), di Pozzol Groppo (con attorno tutto il paese, secondo l’antico impianto urbanisticio) e di S. Sebastiano, ma è possibile osservare tracce di antiche costruzioni anche a Gremiasco, a Fabbrica, sull’antica “Via del sale” a Montebore, a Montacuto, a Garbagna e, qua e là, per tutto il territorio.

La storia ci riporta poi la leggenda del maniero di Cantacapra, che si dice sprofondato con i perversi abitatori in una voragine apertasi in una notte tempestosa.

Ancor più antiche sono le tracce rinvenute negli scavi di Guardamonte, sito di interesse storico e paleontologico, mentre l’insieme dei Mulini presenti nella Valle ci fornisce uno scorcio particolare sulla vita quotidiana ed economica del passato di queste zone.

Un’attenzione particolare meritano poi le Pievi, testimonianze della rinascita della civiltà dopo il buio delle invasioni barbariche, simbolo dell’Anno Mille e del fervore religioso di quest’angolo della provincia: di qui il loro aspetto severo, opera di una fede tenace e militante. Le più importanti sono la Pieve di Santa Maria a Viguzzolo, quella di San Pietro a Volpedo, infine quella di Fabbrica, riconvertita in Parrocchia. Ma le Pievi non possono cancellare la bellezza delle piccole chiese di paese, quali quelle di Momperone e di Garbagna o del Tempio della Fraternità di Cella di Varzi, meticolosa collezione ed offerta votiva di reperti bellici.

Un visitatore appassionato d’arte non può infine esimersi dal visitare a Volpedo lo studio del pittore Giuseppe Pellizza, autore del celeberrimo “Quarto Stato”. All’interno di tale studio, perfettamente organizzato ed aperto al pubblico, si respira quella stessa atmosfera di passione civile e romantica che è presente nel suo capolavoro. Non va poi dimenticato il Museo della Civiltà Contadina di Lunassi, borgo incantato dell’alta Val Curone.

Valli Grue e Ossona

Valle Ossona

Zona ideale per chi sia amante della bicicletta, ma non voglia sperimentarsi sulle più ardue salite dell’Appennino e della Val Curone, le valli Grue ed Ossona, con i loro dolci declivi davvero nulla hanno da invidiare a zone morfologicamente simili dell’Italia centrale, ma ben più rinomate agli occhi dei turisti italiani e stranieri.

A piedi, in sella ad una bicicletta o ad un cavallo, è infatti qui possibile passeggiare fra vigne, campi e boschi, su crinali o tra calanchi, alla ricerca delle tradizioni storiche, della flora, della fauna o delle particolarità geologiche del Tortonese, una vera e propria cerniera fra tre regioni che qui si incontrano e dialogano fra di loro, contaminandosi in una soluzione sempre originale e gradevole.

La strada provinciale che da Corso Coppi, a Tortona, giunge ad Avolasca è il sentiero ideale per scoprire, dall’alto del suo crinale, entrambe le valli, scoprendone le belle ville ed i filari di vigneti: Sarezzano, Mombisaggio, Villaromagnano, Cerreto Grue, Montebello e Palenzona sono le immancabili tappe di un percorso tutto da gustare, in ogni sua minima sfaccettatura.

Al termine della provinciale, merita in ogni caso una visita particolare l’abitato di Avolasca, con le sue strette vie fra le antiche case di pietra. In cima al paese stanno i boschi, ricchi di legname, di castagne e di funghi, e le due antiche torri di Sant’Alosio che sembrano far da sentinella all’intera Valle Ossona, ai loro piedi.

Da Castellaro a Cima Colletta

E’ il classico itinerario che permette di percorrere tutto il crinale che separa la Valle Staffora dalla Val Curone fino al confine con la Val Trebbia sullo spartiacque di tre regioni. Si tratta di una passeggiata di 12 km per 1.350 metri di dislivello che sorpassa tutte le cime della catena: il Monte Boglelio, il Monte Garavè, il Monte Rotondo, il Monte Chiappo (1.700 m.) ed il Passo del Giovà.

Tempo di percorrenza: 8h

Dal monte Tartago al Passo del Brallo

Altro percorso da crinale, questa volta sul confine fra la Valle Staffora, la Valle Pes e la Val Trebbia, fino alla cima più alta dell’Appennino pavese, il Monte Lesima, e fino al borgo di Bocco, dopo aver attraversato boschi con abeti bianchi ed altre specie protette.

Tempo di percorrenza: 6 h

Dal Brallo al Monte Penice

Un’altra trasferta in area lombarda ed emiliana per percorrere il sentiero che si snoda sulla cresta di confine fra queste regioni ed il Piemonte. Il sentiero collega Brallo con la località Scaparina fino a raggiungere il Monte Penice, con la suggestiva chiesetta e l’imponente panorama, ed il sottostante Passo del Penice.

Tempo di percorrenza: 6 h

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