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Alla scoperta di Alessandria

Alessandria è un importante capoluogo di provincia, al centro del triangolo industriale Milano – Torino – Genova, e conta oggi circa 95 mila abitanti.

La città è abitata fin dalla seconda metà del 1100 in seguito alla spontanea aggregazione delle popolazioni dei borghi attorno a Rovereto, cioè Borgoglio, Marengo, Villa del Foro, Oviglio, Gamondio, Solero e Quargnento. Questo processo aggregativi dipese dalla comune volontà dei comuni di liberarsi dalle pressioni del potere feudale della stirpe monferrina degli Alerami, anche se la tradizione, per spiegare la nascita di Alessandria, sottolinea – e Machiavelli con essa – anche l’influenza positiva costituita dal contemporaneo costituirsi della Lega Lombarda, unione politica e militare di un gruppo di liberi comuni riunitisi a Pontida per difendere la propria autonomia contro le pretese di accentramento di Federico Barbarossa. Alessandria prese il nome proprio dal patrono della Lega, il papa Alessandro III.

non a caso, tre anni dopo essere stata fondata, il 29 ottobre 1174, Alessandria fu messa sotto assedio dall’imperatore. Racchiusa da un formidabile fossato tutt’intorno, e potendo contare solo sulla forza dei suoi 8.000 abitanti, la città, sottovalutata dal Barbarossa, riuscì a resistere fino al 12 aprile 1175 quando, alla notizia che un forte esercito messo in campo dalla Lega Lombarda si stava avvicinando alla città, l’imperatore abbandonò l’assedio. I cronisti medievali dipinsero questo episodio con la storia di Gagliaudo, il contadino che, con il trucco dell’inseguimento fuori dalle mura alla mucca ghiottona, lasciò intendere all’esercito assediante che Alessandria non aveva minimamente patito la morsa della fama tesa dal Barbarossa.

La fondazione si concluse poi formalmente nel 1183 quando la città ottenne il definitivo riconoscimento dello stato giuridico anche da parte dell’Impero col nome di Cesarea.

Tradizionalmente una roccaforte militare, grazie alla sua posizione strategica, Alessandria ha mantenuto uno sviluppo urbanistico rigoroso entro i due fiumi che la cingono. Non mancano però gli edifici ed i monumenti. Merita ricordare:

il Palazzo del Municipio, o detto anche Palazzo Rosso, con il caratteristico orologio a tre quadranti ed il galletto rubato ai casalesi nel 1225. Vi era incluso, inaugurato nel 1775, il teatro municipale che andò però distrutto dalle bombe nel 1944.

Palazzo Cuttica, di fattura settecentesca, con le sale arredate e gli affreschi in stile rococò-neoclassico.Il campanile del Duomo

la Cattedrale, che ospita la statua lignea della Madonna della Salve, patrona della città ed un cospicuo gruppo di dipinti di Gugliemo Caccia detto il Moncalvo, protagonista della pittura della Controriforma, tra i quali il Ciclo della Vergine. Nell’angolo sinistro della facciata della chiesa è inglobata una scultura romanica, raffigurante proprio il paladino della città, Gagliaudo Aulari. Da notare inoltre l’alto campanile cuspidato (m. 106), al secondo posto in Italia per altezza dopo il “Torrazzo” della cattedrale di Cremona;

la chiesa di Santa Maria di Castello, cuore dell’antico borgo di Rovereto, con campanile e chiostro, recentemente restaurata dopo l’alluvione;

il palazzo delle Poste e Telegrafi, costruito in stile razionalista tra il 1939 e il 1941. Il palazzo è decorato sulla facciata da un mosaico, lungo 38 metri, opera di Gino Severini, in uno stile che salda un certo post-cubismo decorativo ai modi più classici della figurazione parietale.

Centro simbolico della città è però piazza della Libertà, in mezzo alla quale è oggi stato ricostruito il monumento allo statista alessandrino Urbano Rattazzi, opera di Giulio Monteverde. Luogo storico dell’aggregazione della città, fu trasformata in piazza d’armi da Napoleone che nel 1803 non esitò ad abbattere l’antico Duomo, di cui oggi si stanno rinvenendo antichi reperti.

Se il turista vuole poi tuffarsi nella vita quotidiana di Alessandria, non può non passeggiare lungo la commerciale via Dante fino all’Arco Trionfale di piazza Matteotti, arco eretto nel 1768 a ricordo del soggiorno di Vittorio Emanuele III e delle regina Maria Ferdinanda di Spagna. E soprattutto non può mancare di fare una sosta nella piazzetta della Lega Lombarda (“la Piazzetta”), il tradizionale luogo di incontro degli alessandrini, con l’obelisco ai caduti per l’Indipendenza. A pochi metri dalla “Piazzetta”, in via Milano, vi è l’antica contrada degli ebrei, con la Sinagoga, mentre in fondo a Via San Lorenzo, oltre la “piazza delle erbe” Piazza Marconi, vi è Piazza Garibaldi, la più scenografica, per la sua ampiezza e per i suoi portici, delle piazze di Alessandria.